Perché viaggiamo? Il viaggio è uno dei momenti più belli nella nostra esistenza. Viaggiamo per sfuggire ai crucci e alle angosce della vita quotidiana, viaggiamo per inseguire qualche sogno, viaggiamo in cerca di liberazione. Ma i mezzi moderni, che ci consentono di spostarci con tanta felicità, attenuano il senso di avventura nei nostri viaggi. Le città lontane che accendevano la fantasia, sono ormai a portata di mano: si va a Londra, a New York o a Singapore con cui ci si sposta da un quartiere all’altro nella propria città. A meno che non si viaggi con mezzi diversi. Piero Ottone ci racconta l’esperienza di un suo viaggio in barca a vela nell’aliseo portoghese, dove ritrova lo stato d’animo, le incertezze, le apprensioni tipiche dei viaggiatori d’altri tempi, quando si aveva davvero la sensazione di tagliare i ponti, di abbandonare la vita abituale, di andare in luoghi sconosciuti. Allo stesso tempo, spiega anche al lettore che cosa significa passare settimane o mesi in una barca a vela, sfatando l’immagine di lussuosi yacht su cui camerieri in giacca bianca si muovono recando vassoi di bibite gelate fra splendide ragazze in costume da bagno. Qui, oltre che familiarizzare con scotte, drizze e paterazzi il lettore avrà modo di capire come ci si muove su una barca, come e che cosa si mangia, come e dove si dorme; di indagare sulla dinamica dei rapporti che si instaurano a bordo, sulle tensioni che si creano. E il piccolo universo della barca a vela diventa per noi tutti anche una scuola di vita e di comportamento.
Data pubblicazione
01/01/1989