Se ognuno è artefice del proprio destino, come sostengono i più antichi insegnamenti orientali, allora ogni fatto non può essere casuale. Ogni fatto, anche il può tragico, può e deve essere spiegato, può e deve trovare il suo senso interiore. Così il drammatico incidente che costringe la protagonista di questo libro all’immobilità proprio in un momento di forte espansione della sua anima diventa l’occasione per riflettere sui propri limiti e, insieme, sul primato della natura, da non sfidare ma da comprendere nelle sue leggi profonde. Questo libro quindi è il taccuino di un viaggio in Oriente, è in qualche modo anche la cronaca di una storia d’amore, ma è soprattutto il racconto di un punto di svolta interiore per la protagonista che, come si interroga su se stessa all’inizio del libro, continua a farlo anche quando i fatti diventano crudeli, anche quando trovare un senso richiede coraggio. E in questi interrogativi c’è già il seme di una risposta che cresce nel tempo, di una risposta che forse cela davvero il senso della vita di ognuno. Il tutto attraverso uno stile semplice, a tratti genuinamente ironico e che soprattutto coinvolge il lettore senza mai appesantirlo, dando spazio alle sue sensazioni e sorprendendolo al momento giusto.