Portuale che si credeva Montanelli

Portuale che si credeva Montanelli

Bertini Gianni


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Il portuale che si credeva Montanelli, è una persona qualunque nata in tempo di guerra, alla fine di un’Italia guidata da un re e da un dittatore. Cresce e invecchia in un’Italia repubblicana e democratica. Quest’uomo comune, coi limiti, i difetti e le aspirazioni della maggioranza di noi, lotta ostinatamente per istruirsi e formarsi una personalità. Per guadagnarsi un lavoro che gli piaccia e lo faccia sentire dignitoso; per avere una famiglia da amare ed essere amato. Più o meno riesce, nella sua mediocrità, a realizzarsi; e, nella caducità delle cose comincia a perdere tutto ciò che per lui rappresenta la sua esistenza, che poi è quella di tutti. Non avendo una fede religiosa che lo guidi o che lo aiuti a guidarsi, si crea un mito. E quel mito oltre essere un grande giornalista, una persona dotata di eccezionale talento, nella sua eccezionalità si rivela, anche lui, timoroso, ossessivo e comune. Il portuale infine, concilia la vita con le sue tenere fantasie e i suoi innamorati sogni. Nella vita tranquilla di un parco, si prepara al calar del sipario. In fin dei conti, quest’uomo qualunque ama, sogna, fantastica ed evade la realtà, sia pure facendone parte adeguatamente. E dimostra di essere Qualcuno.
Ean / Isbn
978889567793
Pagine
122
Data pubblicazione
01/11/2015