Animali delle praterie a Posidonia oceanica: dai macroinvertebrati ai pesci

atlante per il riconoscimento e l'identificazione delle specie

Animali delle praterie a Posidonia oceanica: dai macroinvertebrati ai pesci

atlante per il riconoscimento e l'identificazione delle specie

Bedini Roberto


  • Disponibile in 7 giorni
  • Possibilità di reso entro 10 giorni lavorativi
  • Transazione sicura con carta di credito, Paypal o bonifico bancario
  • Spedizione tracciata con SDA

€ 60,00
Le fanerogame marine (Monocotiledoni Helobiae) formano estese praterie lungo le zone costiere di tutti i mari del globo con l'unica eccezione rappresentata dai mari polari. In Mediterraneo si possono osservare ben cinque specie differenti: Posidonia oceanica (Linnaeus) Delile 1813, Cymodocea nodosa (Ucria) Asch. 1867, Zostera nolti Hornem 1832, Zostera marina L. 1753, Halophila stipula-cea (Forsk.) Asch.1813, quest'ultima di recente provenienza dall'Oceano Indiano occidentale. Posidonia oceanica, in virtù della sua conclamata importanza strutturale e trofica e della sua grande diffusione, rappresenta sicuramente la specie più importante in termini di dinamica, economia ed ecologia costiera. Originariamente il genere Posidonia comprendeva specie distribuite in zone tropicali ed equatoriali, ma ad oggi di tale condizione rimangono unicamente alcune specie presenti lungo le coste meridionali dell'Australia e la specie Posidonia oceanica, endemica del Mediterraneo. Questa pianta costituisce delle formazioni dense note in letteratura come praterie o "meadows" (Fig. 1). Tali praterie possono raggiungere estensioni notevoli, per ricoprire complessivamente in Mediterraneo una superficie stimata tra i 2,5 ed i 5 milioni di ettari, a partire dalla superficie fino alla profondità di oltre 40 m, in condizioni di particolare limpidezza delle acque (Colantoni et al., 1982; Drew e Jupp, 1976; Meinesz e Laurent, 1980). Rilievi cartografici recenti, effettuati attraverso l'utilizzo del Side Scan Sonar (Morelli et al., 2001) ne indicano la presenza ad oltre 45 m nei fondali antistanti le coste settentrionali dell'Isola d’Elba. L'intervallo di temperatura tollerato dalla pianta va dai 10 °C ai 28 °C, ed è quindi piuttosto ampio, non è così invece per la tolleranza alla salinità, la cui variazione in ambienti salmastri o nei pressi di foci di fiumi costituisce un ostacolo ed una limitazione all'insediamento di Posidonia. I fondali interessati da insediamenti di Posidonia oceanica sono in genere sabbiosi a granulometria anche molto fine (soprattutto in zone profonde o in baie riparate), con un buon tasso di sedimento organico umificato. Precedenti insediamenti algali, quali Padina pavonica (L.) Thivy, 1960, o di altre fanerogame, come Cymodocea sp., provocano una progressiva umificazione del substrato consentendo l'impianto della prateria di P.oceanica. Questa pianta può essere osservata anche su fondali detritici e perfino rocciosi (Fig. 2). È da evidenziare il fatto che la stessa presenza della pianta può, nel tempo, comportare una modifica strutturale dei fondali interessati, a causa della rilevante riduzione dell'idrodinamismo a livello dello strato fogliare e del conseguente incremento della sedimentazione di materiale fine (Mazzella et al., 1986).
Ean / Isbn
978888341956
Pagine
544
Data pubblicazione
20/02/2024