Architetture per le colonie di vacanza

esperienze europee

Architetture per le colonie di vacanza

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Balducci Valter


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Lungo il litorale della Romagna è ancora possibile riconoscere la presenza di numerose colonie marine. Anche se molte di loro sono confuse nel panorama degli hotel e delle pensioni che negli ultimi cinquant’anni hanno invaso la costa, alcune di esse sono enigmatici eventi architettonici che raramente lasciano indifferente il cittadino come il turista: la loro dimensione è spesso fuori dall’ordinario rispetto ai vicini alberghi, e la loro forma quanto meno originale le avvicina alcune volte ad antichi ospedali ma più frequentemente le associa a moderni edifici pubblici o scuole. L’attuale stato di conservazione non ne aiuta la comprensione: gli edifici superstiti all’ingiuria del tempo, del mare, e all’incuria degli uomini, sono spesso inaccessibili, recintati ed osservabili soltanto da lontano, e sembrano promessi ad una rapida demolizione. Questi strani edifici sono i testimoni muti d’un fenomeno sociale e architettonico che a partire dalla metà dell’800 e per oltre un secolo ha interessato svariate località diffondendo comunità formate da bambini temporaneamente separati dai genitori e condotti a vivere in un luogo considerato salubre durante un limitato periodo dell’anno. Ma separare i bambini dalle famiglie, ancorché temporaneamente, per inviarli in un lontano luogo naturale ed occuparsene secondo protocolli attentamente studiati, in edifici dalle forme e organizzazioni lontanissime dalla loro esperienza personale, implica presupposti ideati e attuati gradualmente. Alla base dell’organizzazione di queste comunità infantili c’è infatti un pensiero sulla salute e lo sviluppo fisico del bambino, al quale è strettamente associato un pensiero sul suo contestuale sviluppo spirituale o morale. Nello stesso tempo queste comunità temporanee introducono anche un tema di dibattito e di sperimentazione sull’architettura, sui suoi tipi e linguaggi rappresentativi, ma anche sulla relazione di questi edifici con il territorio naturale in cui all’origine erano stati posti, che si svolge lungo un ampio arco temporale ed i cui segni superstiti pongono oggi il problema della loro utilizzazione contemporanea. Il lavoro qui presentato costituisce una prima esplorazione sulla diffusione europea dell’architettura delle colonie di vacanza. Sia nella sua dimensione storica che in quella architettonica, questo tipo di comunità diversa da altre forme di comunità infantile è ancora largamente inesplorato. L’obiettivo di questo lavoro è la verifica della dimensione europea del fenomeno attraverso un primo parziale sondaggio degli esempi conosciuti e delle ricerche locali e nazionali fin qui prodotte da una generazione di studiosi. Questa iniziativa è l’occasione per fissare lo sguardo su un tema di grande ricchezza, privilegiando in particolare un punto di vista originale costituito dall’apertura all’orizzonte europeo. Ad un primo sguardo l’esperienza molteplice delle colonie di vacanza costituisce un fenomeno diffuso in gran parte del territorio europeo.
Ean / Isbn
978888125553
Pagine
128
Data pubblicazione
01/02/2005