Automobile, la nostalgia e l’infinito

Automobile, la nostalgia e l’infinito

Tabucchi Antonio


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Così raccontava Fernando Pessoa parlando dei suoi eteronimi, le sue voci di dentro, i suoi «altri da sé» a cui aveva attribuito una biografia e un’opera letteraria: «Ricordo quello che mi sembra sia stato il mio primo eteronimo o, meglio, il mio primo conoscente inesistente: un certo Chevalier de Pas di quando avevo sei anni, attraverso il quale scrivevo lettere a me stesso. [...] Un giorno mi venne in mente di fare uno scherzo a Sá-Carneiro: di inventare un poeta bucolico e di presentarglielo come se fosse reale. Passai qualche giorno a elaborare il poeta ma non ne venne niente. Alla fine, un giorno in cui avevo desistito mi avvicinai a un alto comò e cominciai a scrivere, in piedi. E scrissi oltre trenta poesie, in una specie di estasi. [...] E quanto seguì fu la comparsa in me di qualcuno a cui subito diedi il nome di Alberto Caeiro. Era apparso in me il mio Maestro. Tanto che, non appena scritte le trenta e passa poesie, afferrai un altro foglio di carta e scrissi, di seguito, le sei poesie che costituiscono Pioggia obliqua di Fernando Pessoa. [...] Fu la reazione di Fernando Pessoa alla propria inesistenza come Alberto Caeiro». Queste conferenze, tenute da Antonio Tabucchi a Parigi nel 1994 e per la prima volta tradotte in italiano, sono frutto di un lungo e profondo dialogo con l’opera del grande poeta portoghese e toccano aspetti fondamentali e inediti della poetica pessoana: il rapporto con il Tempo e la Nostalgia in tutte le sue gradazioni; le avanguardie storiche rivisitate attraverso l’ironia; il wordpainting della città di Lisbona nel Libro dell’inquietudine; il confronto con grandi poeti del passato: Mallarmé, Rimbaud, Laforgue e Leopardi.
Ean / Isbn
978883893321
Pagine
120
Data pubblicazione
01/11/2015