Canto delle balene

Canto delle balene

Camon Ferdinando


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«Questa è la storia di come ho tradito mia moglie e non ne sono affatto pentito», inizia cantando il protagonista, ed è un pover'uomo costretto dalla moglie in analisi a partecipare a una seduta collettiva nella quale si svelano tutti i segreti della loro intimità coniugale: «Prima la mia vita intima era mia, adesso non ho più niente di segreto». La seduta è esilarante proprio perché involontariamente crudele fino allo strazio: lo psicanalista parla un italiano storpiato, come certe maschere della commedia dell'arte o certi personaggi del cabaret, e recita serio la parte dello scienziato straniero che la sa lunga, molto più lunga di un comune mortale, ma poi ti imbroglia come un ciarlatano qualsiasi. (...) La modernità viola i segreti e disintegra la società, la memoria confonde i ricordi dividendo persino quello che insieme si è vissuto, la complicità si fonda su un patto omertoso, così che una coppia è soltanto una «banda», pronta a scontrarsi con il resto del mondo. Se conoscere significa tradire, se scoprire i segreti vuol dire cominciare a morire, la scrittura ha vita corta e accidentata: c'è qualcosa di marcio in questo mondo, in questa vita come l'abbiamo vissuta; c'è qualcosa, anzi molto, che non va. Averlo detto per tempo, con tanta desolata coscienza, con tanta lucida disperazione, è stato ed è il non piccolo merito di Camon.
Ean / Isbn
978881166876
Pagine
128
Data pubblicazione
01/01/2000