Colombo viaggiò per i Borgognoni

Colombo viaggiò per i Borgognoni

Dolente Marisa


  • Disponibile in 7 giorni
  • Possibilità di reso entro 10 giorni lavorativi
  • Transazione sicura con carta di credito, Paypal o bonifico bancario
  • Spedizione tracciata con SDA

€ 20,00
Le risultanze storiche che qui proponiamo, sono principalmente mirate a provare come Cristoforo Colombo fu scelto e preparato in piena fiducia, con la collaborazione della Chiesa genovese, per realizzare quel disegno messo in atto già nel duecento a Genova, che puntava a raggiungere le Indie direttamente via mare, con la sfortunata spedizione organizzata nel 1291 da Tedisio Doria e affidata ai fratelli Ugolino e Vadino Vivaldi. Anche questo viaggio, organizzato con intenti scientifici, religiosi e commerciali, ebbe certamente il sostegno di Papa Niccolò IV Masci, primo Pontefice appartenente all’Ordine Francescano, che risulta fosse interessato ad una crociata in Cina. Con i Vivaldi si imbarcarono anche due frati di quest’ordine. Già il Papa genovese Innocenzo IV Fieschi, morto nel 1254, inviò esponenti francescani e domenicani nel Karakorum, presso l’Imperatore mongolo. La Repubblica non aveva mai più autorizzato la partenza da Genova di alcun’altra spedizione via mare con questo scopo. I genovesi e la Chiesa si videro costretti a riconsiderare una tale iniziativa in conseguenza della perdita di Costantinopoli da parte della cristianità nel 1453. Si rese allora assolutamente necessario oltre che cercare di raggiungere l’oriente circumnavigando l’Africa (viaggio lunghissimo) riprendere in considerazione la realizzazione di quell’antico progetto, che prevedeva di toccare l’oriente sulla sponda opposta dell’Atlantico, data ormai la sicura rotondità della terra. Per certo si congetturava di scoprire grandi isole, ma non un altro continente. Nel frattempo diversi scienziati avevano compiuto studi ampi e approfonditi al riguardo, fra i quali vanno annoverate le ricerche di Paolo Dal Pozzo Toscanelli, che era parente della potente famiglia ligure Della Rovere, alla quale appartenevano i papi del periodo colombiano Sisto IV e Giulio II. Fu così che, secondo noi, la Chiesa vide con simpatia e favorì la preparazione di più persone considerate atte all’impresa. I genovesi, famosi navigatori, oltre che ricchi mercanti e banchieri con sedi in tutto il mondo raggiungibile, si prestavano facilmente ad essere prescelti per la realizzazione del progetto. La loro prole veniva istruita e preparata nei conventi o da precettori che di conventi facevano parte, per raggiungere specifici obiettivi. Sappiamo che molti altri navigatori genovesi e non, sarebbero stati in grado di attraversare l’oceano (Antonio da Noli, Giovanni e Sebastiano Caboto o Cabitto, Gerolamo Adorno q. Ambrogio, Gerolamo da Santo Stefano, e i comandanti spagnoli che fecero parte dell’equipaggio colombiano). Forse si scelse Cristoforo Colombo perché, come cercheremo di dimostrare, egli era imparentato con i Fieschi e con i Sauli, famiglie potenti sia in ambito politico che in quello religioso, vicine a quei papi della Chiesa genovese che governavano in quel periodo la cristianità. Si decise di farlo partire dal regno di Castiglia forse non tanto per favorire la Spagna, ma perché ne avessero tratto i profitti le grandi famiglie genovesi residenti sia in Castiglia che nelle Fiandre e in Borgogna, nonché il futuro Imperatore. La Repubblica di Genova non poteva collaborare alla realizzazione di questa scoperta poiché all’epoca essa era sotto il Ducato di Milano ed inoltre le fazioni politiche diverse ingeneravano continue tensioni e instabilità.
Ean / Isbn
978889913794
Pagine
276
Data pubblicazione
10/04/2016