Questa è una storia di navi militari, di azzurri profondi degli oceani, di popoli lontani e di emigranti, di remoti scali marittimi dove fare rifornimento di carbone e di acqua, ma inizia in una delle città meno marittime che si possano immaginare, Firenze, in particolare Piazza Donatello, che ha sì al suo centro, un'isola, un' isola di terra, il Cimitero degli Inglesi. È qui che in un giorno afoso del 1879, il 13 agosto, nacque l'autore del diario del viaggio intorno al mondo che pubblichiamo in queste pagine. Nacque da una famiglia della “media borghesia fiorentina di fine ‘800, abitava, appunto, in piazza Donatello e questo la collocava già in uno strato sociale di un certo riguardo, cioè i fiorentini “di dentro le mura” per distinguerli da quelli “di fori le mura” che erano un po’ più campagnoli”. Si chiamava Alfredo Romanelli ed era il primogenito di una numerosa famiglia di ben sei figli, giovanissimo entrò nella Regia Marina Militare come timoniere e poi in seguito come capo timoniere. Sicuramente era una persona curiosa del mondo, un buon lettore (da qui anche la sua voglia di scrivere nei suoi molti diari dei quali, purtroppo, ne è rimasto solo uno). Non sappiamo da dove abbia tratto la sua passione per la fotografia, ma in famiglia si ricorda ancora la presenza di una macchina fotografica a lastre Zeiss, appartenuta ad Alfredo (e poi scomparsa). Il “certificato” di timoniere lo ottenne sulla nave “Sardegna” nel 1900 e a questo seguirono numerosi imbarchi su varie unità militari. Nel frattempo si era fidanzato con una ragazza di Firenze, Aida Leoni, figlia di Luigi, responsabile delle scuderie del principe Demidoff, che lo aspettò durante i suoi nume rosi viaggi per mare: si sposarono nel 1909 e nel 1911 ebbero il loro primo figlio. Purtroppo il matrimonio durò poco, Aida morì di parto nel 1913 e per Alfredo fu trovata una soluzione per poter crescere i bambini. Infatti sposò la sorella di Aida, Evelina «giovane, bella, parlava correntemente inglese, si era tagliata i capelli alla garçonne e lavorava alla Fondiaria, una avanti insomma»: fu, nonostante tutto, un matrimonio d'amore. Durante la prima guerra mondiale fu assegnato all'Aviazione Navale sulla nave di appoggio idrovolanti “Elba”, trasferita a Taranto, dove intanto fra il 1915 – 1916 veniva costruito anche un nuovo aeroscalo per dirigibili e aerei a Grottaglie. Romanelli morirà prematuramente di anemia perniciosa, all'ospedale militare fiorentino, il 4 giugno 1919 e riposa al Sacrario Militare di Firenze. Il periodo che ci interessa è quello che va dal 21 giugno 1903 al 22 marzo 1905 quando Romanelli era imbarcato sull'ariete torpediniere “Puglia” in missione in Estremo Oriente. E dopo il protagonista, presentiamo la sua nave: costruita nell'Arsenale di Taranto nel 1893, la “Puglia” aveva lo scafo ricoperto di zinco per sopportare la navigazione nei mari tropicali....
Data pubblicazione
05/01/2018