Da principio l'ho accettato con scetticismo: un libro sul Galateo in barca mi ha messo subito in sospetto. Cioè la parola Galateo non è proprio d'uso corrente nel gergo marinaresco: magari fosse stato "l'etichetta a bordo" o qualcos'altro. Poi l'ho cominciato e via via, una pagina dopo l'altra, mi sono accorto che sì, un certo buon senso, un modo di dire cose utili ce l'aveva. Non insegna come andare in barca, ma dà consigli utili a chi ci sa già andare e magari ci va come in automobile (con il clacson sotto la mano ed il coltello fra i denti). Non conosco personalmente chi l'ha scritto, ma deve essere sicuramente un buon marinaio, perché è un buon osservatore, valuta le situazioni per quello che sono e conosce i problemi di chi in barca ci va veramente. Ho trascurato, l’ho passata cioè rapidamente, la seconda parte. Non che non ci stia alla buona cucina, ma ho sempre concepito la barca come l'antitesi del ristorante: almeno per le mie. Di Cino Ricci