Invenzione dell’Occidente

Invenzione dell’Occidente

Vanoli Alessandro


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Questa è la storia di come, tra medioevo ed età moderna, le società europee (all’inizio spagnoli e portoghesi in testa) spinsero le proprie ambizioni sempre più verso l’oceano e così facendo trasformarono l’idea che esse avevano dell’Ovest: quella che era sostanzialmente una direzione, divenne poco alla volta uno spazio pensabile. Il primo germe di quello spazio su cui oggi tutti riflettiamo. È una storia di grandi navigatori e di violenti dibattiti tra geografi. È una storia di sfide e di esplorazioni oltre l’ignoto. Ma è anche soprattutto una storia dei dibattiti culturali che ne seguirono e che portarono a inventare e definire letteralmente quell’Occidente che prima mancava dalle mappe. E il punto di arrivo inevitabile di questa storia siamo noi. Che ancora usiamo questa parola per indicare una realtà che è geografica solo in parte e che corrisponde, in modo sempre più impreciso, a una comunità di paesi economicamente sviluppati; paesi, si potrebbe dire semplificando un po’, che condividono una certa idea di libertà e garanzie individuali, liberalismo e democrazia, ma soprattutto condividono una economia di mercato. In un momento in cui tutto questo appare ormai largamente messo in discussione, forse vale la pena riprendere tutto questo discorso da capo e chiedersi, più semplicemente, come è potuto accadere l’Occidente. Come mai una direzione geografica ha fatto nascere e maturare un’idea di appartenenza? Perché quello che non possiamo mai fare è darlo per scontato. Pensare che noi si sia davvero da sempre così: che la nostra storia, la nostra cultura e la nostra civilizzazione corrispondano da sempre a quello spazio indistinto con i piedi in Europa e la testa nell’Atlantico che oggi chiamiamo appunto Occidente, e che in questo faticoso secolo appare sempre più difficile da stringere nelle nostre idee e nelle nostre mappe.
Ean / Isbn
978885815135
Pagine
256
Data pubblicazione
04/04/2024