A partire da elaborazioni maturate all'interno del «Laboratorio degli Annali di storia» di Carlo Ruta, si dipana un significativo dibattito scientifico internazionale, qui proposto, su un tema che finora non ha goduto di attenzioni particolari nei campi degli studi. Ai fini di nuovi possibili scandagli paradigmatici, vengono ripensate in particolare le funzioni della materia lignea prima della storia e lungo le fasi di civilizzazione. Il legno si trova «archiviato» di fatto in una sorta di limbo, come materia debole, al cospetto della pietra e dei metalli, cui sono stati intestati invece i grandi passaggi della vicenda umana, attraverso il paradigma delle tre età, perfezionato nell'Ottocento dal danese Christian Jürgensen Thomsen. Il legno, a dispetto della sua deperibilità, ha costituito tuttavia una presenza essenziale e per tanti aspetti perfino dominante lungo le età, dal Paleolitico inferiore alle fasi propriamente storiche. Non si tratta allora di mettere in discussione il modello di Thomsen, che peraltro ha conosciuto non pochi utili aggiornamenti, ma di aggiungere elementi chiave rimasti sottotraccia, riguardanti proprio le funzionalità della materia lignea e le sue interazioni, originali, con la vita delle comunità umane. Con la lavorazione di questa sostanza duttile, porosa, leggera e tuttavia resistente sul piano dell'esperienza costruttiva nasce e si abilita la tecnologia complessa, cioè la capacità di manipolare e trasformare la natura in risorse evolute. Attraverso queste manipolazioni l'uomo padroneggia il mondo liquido dei laghi e dei fiumi, mobilita le vie del mare e di terra, impara a modificare l'oggetto in congegno, cioè in un manufatto composto, quale che sia: un sistema di accensione per il controllo del fuoco, un propulsore di lancio, un telaio per la filatura, l'impianto ligneo di un mulino ad acqua o a vento, un aratro, un capanno, una palafitta, un mezzo di locomozione su ruota, una macchina difensiva o offensiva, una imbarcazione cucita o a incastri e altro ancora. Attraverso l'esperienza perenne di questa manipolazione sostenibile, a misura umana, si è esercitata allora la razionalità profonda, dalla manualità primitiva dell'homo habilis al logos dei Greci, dalla piroga monossile del mondo neolitico alla carpenteria nautica dei Cananei, dalla ratio tecnologica dei Romani, civile e militare, all'ingegneria mobile della Cina dinastica, fino ai paradigmi e alle svolte costruttive della modernità.
Data pubblicazione
15/11/2022