«Siamo tutti marinai, lo dicono i numeri. Siamo marinai per destino terrestre, perché il 71% del nostro pianeta è ricoperto d’acqua e nelle tenebre spaventose dello spazio risplende di un salvifico azzurro. E siamo marinai perché ormai navighiamo, felici e incoscienti, in un oceano di immagini. Le previsioni annunciano che alla fine di quest’anno avremmo prodotto quasi duemila miliardi di immagini, 94% delle quali nate da uno smartphone, e così capiamo perché la Kodak, un tempo regina del mercato delle pellicole e delle fotocamere, sia ormai sull’orlo del fallimento. Scendendo nel dettaglio, siamo marinai di questa mareggiata di follia iconografica perché ogni giorno condividiamo 14 miliardi di immagini sui social, ne produciamo 5, e per essere ancora più precisi ogni secondo partoriamo, svogliati e senza doglie, 64 porzioni di noi, di quel che stiamo vedendo, mangiando, comprando, e raramente leggendo. Domanda: cosa resterà di tutto ciò? Quale tenuta temporale di questi infiniti e a volte banalissimi attimi di attenzione? E quel che è più vitale, riterremo importante conservarli per recuperarli un giorno? Per tentare una risposta, chi scrive ha curato Love You Always. Viaggio sentimentale nell'oceano dei marinai e della fotografia». Questo viaggio nell’oceano dei marinai, e delle donne e dei bambini che dalla metà dell’Ottocento hanno scoperto un altro orizzonte indossando la divisa a righe, è soprattutto un viaggio sentimentale nell’oceano della fotografia. Due secoli fa, nel 1826, Joseph Nicéphore Niépce realizzò la prima ripresa fotografica, esponendo per otto ore alla luce un foglio di peltro ricoperto di bitume. Oggi produciamo duemila miliardi di immagini in un anno. Una tempesta di pixel che ci invita a riflettere sul nostro destino e su quello dei nostri desideri. Anche il più antico, ricordare ed essere ricordati.
Data pubblicazione
20/10/2025