Mondo nuovo di Amerigo Vespucci

Mondo nuovo di Amerigo Vespucci

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Nei primissimi anni del Cinquecento, mentre i dotti delle scuole (aristotelici e non) affermano con sicumera che l'emisfero australe della Terra è inabitabile, un navigatore fiorentino, Amerigo Vespucci, non digiuno di studi umanistici ma convinto che 'certo vale più la pratica che la teorica', pubblica un libretto in latino: vi annuncia di aver scoperto un 'mondo nuovo', sconvolgendo così le dottrine degli antichi. Partito da Lisbona con tre caravelle portoghesi, nell'agosto 1501, dopo tre mesi di navigazione, avvista una terra che 'si estendeva larghissimamente e non si vedeva termine alcuno, e era molto fertile e piena di diversi abitatori'. È la costa del Sudamerica. Sulla spiaggia, a perdita d'occhio una schiera di uomini altrettanto increduli, osserva i nuovi venuti, che viaggiano su battelli tanto diversi dalle canoe locali. È un esercito dalla pelle scura, i corpi ben fatti completamente nudi dipinti a colori vivaci; hanno piume come ornamenti, archi e frecce per combattere; i volti degli uomini,glabri, sono adorni di ninnoli d'osso e d'alabastro, grossi come susine, infilati nelle gote o nelle labbra; le donne, nude e formose, hanno grandi orecchini. Dietro di loro, subito oltre la spiaggia, esplode la natura. La vegetazione ricchissima, gli alberi sempreverdi che mandano 'odori soavissimi' e 'gomme e liquori e sughi', i frutti e i fiori, le erbe e le radici dai poteri nutritivi, medicinali e anche stupefacenti, si animano di forme di vita animale: un'arca di Noè di pappagalli, gatti mammoni, lonze, orsi, serpenti, babbuini, daini, ghepardi - e l'inquietante iguana, incarnazione del drago delle leggende medievali. E poi oro, pietre preziose, perle, che meritano più d'un cenno, sebbene discreto: il navigatore sa bene che sarà l'avidità, più della sete di conoscenza, ad animare nuovi armatori. Lo scritto di Amerigo Vespucci, programmaticamente intitolato Mundus Novus, ha un successo travolgente. In poche settimane è ristampato a Venezia, Parigi, Augusta, Norimberga, Anversa, Colonia, Strasburgo, Rostock. Tradotto in tedesco e in fiammingo, nel 1507 è anche in versione italiana, e si ristampa cinque volte in dodici anni. Il nuovo mondo vi è descritto come il paradiso terrestre; ma più delle bellezze naturali, dovettero fare sensazione, tra i lettori europei, le notizie sugli 'animali razionali', gli uomini d'oltreoceano. Era un popolo diverso, senza religione, senza legge, senza proprietà privata, senza commercio né moneta; dedito quasi unicamente a un'incessante guerra contro i proprio vicini, allo scopo di procurarsi carne umana da mangiare; e soprattutto a una sfrenata, continua attività sessuale, senza riguardo ai legami di parentela. Alcuni interpreti hanno sostenuto che i resoconti raccolti in questo libro, insieme al Mundus Novus, non sono tutti di Vespucci; si è discusso sul numero effettivo dei viaggi da lui computi, ci si è domandati se egli fosse un venditore di carne che non è mai stato in America, un geniale cartografo oppure un imbroglione e un ladro. Ma, che Amerigo Vespucci sia stato o meno il primo a toccare il continente che porta il suo nome, queste pagine conservano l'intera emozione di un avventura unica, e la consapevolezza di una rivoluzione della conoscenza del mondo.
Autore
Ean / Isbn
978887694111
Pagine
231
Data pubblicazione
01/01/1993