Ottant'anni vissuti intensamente, ardentemente, guardando in faccia la vita, con pienezza. La mia creazione letteraria deriva dall'intimità, dalla complicità con il popolo. Ho imparato dal popolo e dalla vita, sono uno scrittore e non un letterato, per la verità sono un obá, che in lingua yoruba significa ministro, vecchio, saggio: saggio di saggezza popolare. Cosciente e contento che sia così, riunisco in questa Navigazione di cabotaggio i ricordi di una persona che ha avuto il privilegio di assistere, e a volte di partecipare, a fatti in una certa misura considerevoli, di avere conosciuto, e a volte di essere stato amico, di personaggi determinanti. Pubblico questi scarabocchi pensando che forse, chissà, potranno dare l'idea del come e del perché. Si tratta proprio della liquidazione, e a prezzo scontato, del complesso di particolari che riguardano una vita ben vissuta. Lascio da parte ciò che è grandioso, definitivo, terribile, tremendo, il dolore più profondo, la felicità sconfinata, argomenti adatti alle memorie di scrittori importanti, illustri, fatui e presuntuosi: non vale la pena di scrivere cose di questo genere, non ci provo gusto. Non sono nato per essere famoso e illustre, non mi misuro con le altitudini, non mi sono mai sentito uno scrittore importante, un grande uomo: soltanto uno scrittore e un uomo. Ragazzo grapíuna, abitante della povera città di Bahia, dovunque vada sono soltanto un brasiliano che cammina per strada, che vive. Sono nato con la camicia, la vita è stata generosa con me, mi ha dato più di quanto abbia chiesto e meritato. Non voglio innalzare un monumento, né posare per la Storia a cavallo della gloria. Quale gloria? Per carità! Voglio soltanto raccontare delle cose, alcune divertenti, altre malinconiche, proprio come è la vita. La vita, che breve navigazione di cabotaggio.
Data pubblicazione
01/01/1994