Rostra

le tribune rostate del Foro Romano dall’epoca repubblicana all'invasione vandalica

Rostra

le tribune rostate del Foro Romano dall’epoca repubblicana all'invasione vandalica

Nichols Morgan Francesco


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Soggetto a varie modifiche strutturali nel corso dei secoli, il podio dal quale gli oratori e i politici parlavano nel Foro Romano al popolo fu chiamato, già in epoca antica, Rostra perché era ornato, sul fronte, dagli speroni tolti alle navi di Antium nel 338 a.C. La vittoriosa battaglia permise ai Romani di avere la loro prima flotta da guerra, infatti le navis longae anziate migliori furono portate nei ricoveri dei navalia sul Tevere, mentre le altre furono distrutte e i rostri di queste vennero utilizzati come cimeli per ornare appunto il Comizio del Foro. Secondo Livio l’area dei rostri era sacra come quella di un tempio e lo definisce oculatissimo loco. In un denario del 45 a.C. sono raffigurati in modo schematico i Rostra repubblicani con una tribuna semicircolare, sorretta da arcate dalle quali spuntano le prue rostrate delle navi da guerra, similmente al riparo dei navalia fluviali, e con un subsellium, seduta allungata sorretta da quattro sostegni, che simboleggia il podio. Giulio Cesare trasferì i Rostra in una zona più centrale del Foro e Augusto terminò l’opera rivestendo di marmo l’emiciclo e fornendolo, nella parte interna verso il Campidoglio, di una scala per salire sul piano della tribuna. Dai rilievi dell’arco di Costantino vediamo come doveva essere il monumento in una fase successiva, dopo i cambiamenti di epoca severiana, a seguito della costruzione adiacente del grandioso arco trionfale: il grande podio, recintato da una transenna di bronzo aperta al centro e agganciata a supporti lapidei, è adornato nella parte superiore da colonne onorarie e da statue. Gli autori antichi concordano nel riconoscere ai Rostra del Foro Romano una particolare importanza nelle fasi salienti della storia romana dal periodo repubblicano a quello imperiale; qui infatti, oltre a tenersi le orazioni politiche e le laudatio funebris i celebri defunti, vi si esponevano le teste degli uccisi e dei proscritti. L’ultimo ampliamento della tribuna fu voluto dal prefetto Giunio Valentino per celebrare la vittoria navale ottenuta nel 470 d.C. contro i Vandali. Tale ampliamento prende il nome di Rostra vandalica e doveva prevedere anche l’inserimento dei nuovi speroni tolti alle navi barbare. 
Ean / Isbn
978889482083
Pagine
180
Data pubblicazione
04/11/2019