Splendore e scomparsa del regno di Biarmia

Splendore e scomparsa del regno di Biarmia

Haavio Martti


  • Disponibile in 7 giorni
  • Possibilità di reso entro 10 giorni lavorativi
  • Transazione sicura con carta di credito, Paypal o bonifico bancario
  • Spedizione tracciata con SDA

€ 18,00
Sulle spedizioni vichinghe in Occidente sappiamo molto, ma è meno noto quanto le rotte verso le terre più estreme e arcane del Settentrione abbiano nei secoli catturato l’interesse e stimolato la fantasia degli scandinavi e di tutti i viaggiatori. Nell’890 l’avventuriero norvegese Óttar consegnò a re Alfredo il Grande le proprie memorie: con la nave e il suo equipaggio l’esploratore, costeggiando il Finnmark, era giunto al Mar Bianco, presumibilmente fino alla foce della Dvina Settentrionale, dove aveva visto coste sorprendentemente prospere e terre mirabilmente coltivate, ed era entratto in contatto con i Beormas, popolo «tanto ostile quanto civile» che parlava una lingua affine a quella dei vicini lapponi. In un’epoca nella quale mito, desiderio di scoperta e interesse economico si tendevano la mano, la cosiddetta Bjarmaland divenne presto una meta ambita per pionieri, mercanti e predoni. Starka?r gamli, Ragnar lo•brókr, ?orir hundr sono solo alcuni degli avventurieri che partirono per il nord, accecati dalla ricchezze dei “finni d’Iperborea”. Il tema della Biarmia, terra periferica e impenetrabile, crocevia di culture, imperi e qanati, mercato fiorente, regno dalle ricchezze immaginifiche o mondo popolato da giganti e creature infere, ha attraversato tutto il medioevo affascinando storici come Adamo di Brema e Saxo Grammaticus, impreziosendo le topografie dei cicli scaldici, ma lasciando tuttavia irrisolte alcune questioni: a quale ceppo appartenevano i suoi misteriosi abitanti? Quale forma di civiltà avevano istituito e quale religione praticavano? La Biarmia storica era dunque la Pohjola dai mille tesori, il mitico “regno del nord” dei cicli epici baltofinnici, reso celebre dal Kalevala? Nel primo e più completo studio comparato su uno degli argomenti più affascinanti dell’antichità settentrionale l’autore tenta di rispondere a queste e ad altre domande attraverso una rigorosa analisi critica delle fonti scandinave, russe, finno-permiane, turciche, arabe, greche e latine, proponendo inoltre alcune importanti riflessioni sull’archeologia biarmiana come paradigma della mutua influenza tra storia e mito, là dove la testimonianza materiale cede il passo a quella, non meno autorevole, della tradizione orale.
Autore
Ean / Isbn
978889409262
Pagine
342
Data pubblicazione
01/11/2015