Vie incantate di Parigi

cronaca intima di una città

Vie incantate di Parigi

cronaca intima di una città

Yonnet Jacques


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La città è femmina, con i suoi desideri e le sue repulsioni, slanci e rinunce, e pudori, soprattutto pudori. Per entrarle nel cuore, per coglierne i segreti più intimi, si deve agire con la massima tenerezza e armarsi di pazienza. Con queste parole inizia il personalissimo racconto di Jacques Yonnet e delle sue Vie incantate di Parigi (Enchantements sur Paris il titolo originale). Il libro, una delle poche opere lasciateci dallo scrittore francese, uscì nell’immediato dopoguerra e fu uno dei testi più acclamati dalla critica e da autori del calibro di Prévert e Quenau, il quale lo definì il più grande libro che sia mai stato scritto sulla città francese. Una Parigi insolita, raccontata dai bassifondi, attraverso le parole di quell’umanità disperata e curiosa che vi si aggira silenziosamente. Una sorta di cronaca poeticizzata dei bassifondi, una galleria di personaggi incredibili e interessanti che raccontano le loro storie: da Baptiste il visionario, che sogna che i cavalli possano conquistare il mondo, a Cyril, il vecchio orologiaio che sostiene di conoscere il segreto per fermare il tempo,di voler fermare il tempo, o Danse-Toujours, costretto all’esilio per ragioni sconosciute, fino il Dormeur du Pont-au-Double, un vecchio paralizzato che ha il potere di curare i malati «dormendoci sopra», letteralmente sognando la guarigione della persona. Leggende. Storie e aneddoti, testimonianze di un mondo passato, a tratti dimenticato, che ciò nonostante sono di un ‘attualità inquietante. A legare il tutto la vicenda di Yonnet e quella della sua fuga, a causa della sua militanza negli ambenti della sinistra, durante l’assedio delle truppe naziste a Parigi: una fuga non fuga, nei bassifondi più nascosti della città, nei vicoli scuri del V arrondissement dove continuò l’attività di sabotatore, e in cui restò ad abitare anche dopo la liberazione. Ad accompagnare il viaggio del giornalista le fotografie del grandissimo fotografo francese Robert Doisneau, che fu un grande amico dello scrittore. Yonnet racconta il suo vagabondare per i vicoli della Mouffe, il popoloso quartiere sulla rive gauche, abitato da quei ladri, truffatori e prostitute, ossia quella gente che, per usare le parole dell'editore francese Jean-Pierre Sicre nel 1987, dal Medioevo alle soglie della nostra epoca, aveva sempre abitato, superbamente identica a se stessa, i bassifondi della grande città.
Ean / Isbn
978888916016
Pagine
264
Data pubblicazione
01/09/2005