Armamenti navali nel periodo interbellico

controllo, riduzione, riarmo

Armamenti navali nel periodo interbellico

controllo, riduzione, riarmo

Vagnini Alessandro


  • Disponibile in 7 giorni
  • Possibilità di reso entro 10 giorni lavorativi
  • Transazione sicura con carta di credito, Paypal o bonifico bancario
  • Spedizione tracciata con SDA

€ 35,00
Il volume ripercorre le tappe della politica di controllo e limitazione degli armamenti navali sviluppatasi nel periodo interbellico a partire dalla Conferenza di Washington, attraverso l’analisi del dibattito all’interno della Società delle Nazioni e nel quadro delle numerose conferenze tecniche. Tra il 1921 e il 1936 la limitazione degli armamenti fu al centro di numerose iniziative diplomatiche a cui, pur con le dovute differenze, avevano preso parte tutte le principali potenze. Per tale motivo possiamo affermare – come giustamente notato dall’Autore – che per oltre un decennio “disarmo e riduzione delle spese militari e degli armamenti nel loro complesso costituissero per i principali attori internazionali una priorità sia in termini di politica estera sia relativamente alle dinamiche di quella interna”. Il tema del disarmo fu infatti capace di attrarre l’attenzione dell’opinione pubblica, divenendo un importante elemento di consenso. Va inoltre aggiunto che il dibattito sulla limitazione degli armamenti risultava essere un elemento prioritario all’interno della Società delle Nazioni, alla cui legittimità, per altro, contribuiva in modo determinante. L’assemblea ginevrina e i suoi vari comitati, divennero dunque un importante luogo di dibattito, gettando le premesse per le varie conferenze che sarebbero state poi convocate nel corso di quegli anni. Nello specifico, nelle pagine che seguono, vengono analizzate la Conferenza preliminare tecnica di Roma del 1924, la Conferenza navale di Ginevra del 1927, quella di Londra del 1930 e la Seconda Conferenza navale di Londra del 1936. È inoltre il caso di ricordare che negli stessi anni molto si discusse, seppur con scarsi risultati, anche di limitazione degli armamenti terrestri, mentre specifici trattati vennero siglati nel tentativo di limitare se non addirittura bandire la guerra. Citiamo ad esempio Locarno, il Patto Kellogg-Briand, la Conferenza generale sul disarmo. La vera questione ad ogni modo era il mantenimento o la ricerca di un equilibrio delle forze. Sotto questo punto di vista non deve sorprendere la lunga disputa italo-francese che a partire dal 1922 vide i due paesi confrontarsi, spesso aspramente, sulla parità navale ottenuta da Roma con il Trattato di Washington e a cui però Parigi non era in realtà intenzionata a rassegnarsi. A ciò dovremmo aggiungere alcuni elementi che emersero nel corso degli anni successivi, come il ritorno sulla scena internazionale della Germania, i rapporti con l’Unione Sovietica, l’espansionismo giapponese, le tensioni tra Italia e Inghilterra a partire dalla metà del 1935. La limitazione degli armamenti navali è senza dubbio uno dei grandi temi del periodo interbellico. Per far luce su questi importanti momenti della storia navale e diplomatica il volume offre un quadro d’insieme, che oltre ad evidenziare il ruolo dell’Italia, lo inserisce nel più ampio quadro internazionale andando a colmare lacune reciproche, degli storici nostrani e di quelli stranieri; i primi forse troppo concentrati sulla dimensione italiana, gli altri – soprattutto quelli di lingua inglese – generalmente propensi ad ignorare il ruolo svolto da Italia e Francia.
Ean / Isbn
978889964256
Pagine
224
Data pubblicazione
04/11/2022