Battaglia che non fu mai

l'8 settembre 1943 in Sardegna e in Corsica

Battaglia che non fu mai

l'8 settembre 1943 in Sardegna e in Corsica

Tusceri Gian Carlo


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8 settembre 1943. L'annuncio dell'armistizio con gli Alleati e la fine dell’alleanza militare con la Germania provocano la dissoluzione dell'esercito italiano e la cattura di centinaia di migliaia di militari, anche a causa delle non sempre precise disposizioni da parte dei Comandi militari. Se si scorrono i libri di storia, si registrano tuttavia episodi di resistenza contro i tedeschi a Roma, a Cefalonia, a Corfù, in Corsica, nell'isola di Lero, ma nessuno ricorda l'unica vera battaglia militare svoltasi, secondo gli ordini ricevuti da Roma, a La Maddalena, mentre il Re, la sua famiglia e il suo governo fuggivano a Brindisi, mentre il capo di Stato Maggiore italiano in Sardegna, Basso, e quello tedesco, Lunghershausen, si accordavano per uno "sganciamento indolore" dei reparti. In tal modo la Panzerdivision tedesca attraversò tutta la Sardegna e si trasferì in Corsica, da cui poi raggiunse il continente, presentandosi, perfettamente riposata, a Cassino, rilevando le prime linee e contribuendo a ritardare ulteriormente l'avanzata alleata. In quel mese morirono altre migliaia di persone, civili e militari, ma la Sardegna non aveva combattuto, essendo il nemico palesemente più forte. Questa, in buona sostanza, la motivazione con cui la Corte Marziale mandò assolto in appello con un encomio il gen. Basso, dopo averlo condannato la prima volta. Automaticamente la storia dell'B settembre in Italia non potè contemplare più la battaglia di La Maddalena, che, di fatto, divenne "La battaglia che non fu mai". Al pari di quella sarda, ma per ben altri motivi. E ciò, seppure nella piazzaforte maddalenina ci fossero stati parecchi morti da entrambe le parti e nonostante ci si fosse fronteggiati per le strade cittadine, nelle campagne, presso le opere fortificate, e nonostante sia stata assegnata una Medaglia d'Oro alla memoria al Comandante della Base Carlo Avegno, morto per aver creduto che la guerra andasse onorata in prima persona, sempre e comunque. Delle due l'una: o erano in torto Carlo Avegno e il resto dei suoi reparti, che avevano ritenuto di obbedire al governo, combattendo a testa alta i tedeschi, o erano in torto il generale di Corpo d'Armata Antonio Basso e la maggior parte dei suoi collaboratori, tra cui l'ammiraglio di divisione Bruno Brivonesi, che si erano rifiutati di combattere. Il lettore capirà che la soluzione più diplomatica, "all'italiana', era quella di far sparire dai libri di storia la battaglia di La Maddalena e di falsare di quel tanto che bastava il racconto degli avvenimenti isolani, per rendere credibili e accettabili alcune scelte dei tribunali militari, a guerra finita, che fossero politicamente condivise dal nuovo governo democratico.
Ean / Isbn
978887538034
Pagine
290
Data pubblicazione
20/08/2009