Dal 27 giugno al 4 novembre 2001, nave San Giusto è stata impegnata in una campagna addestrativa in Estremo Oriente, toccando porti di Egitto, Eritrea, Cina, Giappone, Vietnam, Thailandia, Malaysia e Gibuti. A bordo vi erano alcuni consumati uomini di mare, veterani di altre campagne e dislocazioni operative in acque lontane, cui la nostra Marina è da sempre dedita come è richiesto dai molteplici e fondamentali interessi marittimi del nostro Paese e nel solco della storia e tradizione di efficienza e capacità, che colloca la Marina italiana nel ristretto numero di quelle che possono proiettare ed esportare oltremare l'immagine della civiltà di un popolo e tutelarne la sicurezza, la ricchezza e il benessere ovunque nel pianeta lo richiedano le necessità politiche di intervento o gli imperativi morali che impongano di mettere un limite alla barbaria sanguinaria in cui talvolta sfociano le controversie tra i popoli e le Nazioni. E a bordo vi erano anche molti giovani: allievi dell'Accademia e giovani ufficiali neo laureati, reclutati secondo la formula della Nomina Diretta; marinai di leva e sottufficiali al primo imbarco. Molta gente insomma dal carattere ancora in via di formazione e che si affacciava per la prima volta al contatto con il mare e con i ritmi e i riti della vita di bordo. Tra essi anche alcune donne che indossavano da pochi mesi la divisa di ufficiale. Per tutti comunque, veterani e neofiti, uomini e donne, marinai di leva e professionisti è stata una esperienza di quelle che lasciano il segno nel carattere e nei ricordi, perché ancorché oggi il mondo sia diventato piccolo e si viaggi spesso trasferendosi in ogni angolo del pianeta con una manciata di ore di volo o con i mezzi virtuali di un televisore o di internet, di ben altra consistenza e natura è l'esperienza di chi è attore e artefice diretto di una rotta da seguire, di chi ha provato il vincolo indissolubile di solidarietà e coesione che forma un equipaggio e di chi si reca in terra straniera, ambasciatore del proprio Paese, con il compito istituzionale di rappresentarne la civiltà, la volontà e la voce al cospetto dell'altrui giudizio e all'ombra della propria bandiera. Ho voluto perciò raccogliere in questo volume le note che ho trascritto.