I confini nel mare analizza i processi di formazione dell'identità nazionale italiana secondo una prospettiva originale: quella del mare e degli oceani. Le alterità e le auto-rappresentazioni sono approfondite attraverso i diari di viaggio e le relazioni scritte dagli ufficiali della Marina militare in missione. L'obiettivo è di svelare i processi grazie a cui il rapporto con lo spazio liminale dell'oceano ha contribuito a costruire l'Italia di ieri e di oggi. Si tratta dunque di una lettura non convenzionale del processo di nation-building che contrasta con le distorsioni del "terrestrialismo" metodologico e le rappresentazioni stereotipate della nazione, come episodio naturalmente peninsulare e solo accidentalmente globale. Il testo porta così all'attenzione del lettore la rilevanza del mare per la ricerca sociologica e antropologica contemporanea, con riferimento ai contributi della New Thalassology americana. La tesi degli autori è che, al di là delle contingenze storico-geografiche, esista un legame potente tra gli uomini, "esseri terrestri", e l'estensione marittima, intesa nella sua complessa ambivalenza.