Joseph Conrad è l’autore di capolavori che hanno affascinato tante generazioni di lettori, coinvolgendo i più giovani per il senso dell’avventura e del mistero e i più adulti per la profondità e la molteplicità di punti di vista interpretativi e narrativi. La linea d’ombra, Cuore di tenebra, Lord Jim, Tifone: molti, come diceva Italo Calvino, iniziano ponendone i libri nel medesimo scaffale in cui collocano Robert Louis Stevenson, Rudyard Kipling e Jack London, affiancandoli anni dopo a Henry James, Ernest Hemingway, William Faulkner. I conradiani accaniti finiscono per avere ripiani ininterrottamente occupati dalle sue opere, non per il loro numero, bensì per la molteplicità di interessi, trame, contesti geografici e storici delle medesime. Dalle storie di mare, indubbiamente le più affascinanti, alle vicende di spionaggio e terrorismo, sempre attuali, a racconti ambientati nell’epopea napoleonica. Con lui si viaggia dall’arcipelago malese al Centro America, dal cuore del continente africano a cupe atmosfere londinesi, dalle antiche vie di Cracovia a un silenzioso angolo di Canterbury, e solcando mari senza confini. Le sue storie hanno ispirato scrittori come Primo Levi, Italo Calvino, Jorge Luis Borges, e registi cinematografici come Francis Coppola, Orson Welles e Ridley Scott. Giuseppe Mendicino ci racconta Joseph Conrad, a cento anni dalla scomparsa, con l’emozione di chi lo ha scoperto da adolescente e la cura di chi ne ha scandagliato nel corso del tempo riletture critiche, riflessi etici e rimandi letterari. Intrecciando vita e opere, cercando di coglierne gli aspetti più interessanti, coinvolgenti e intramontabili: il confronto con la natura e con la storia, lo spirito critico e la conoscenza come metodo per ogni ricerca della verità, la solitudine e le responsabilità dell’uomo in un universo indifferente, l’amore per la libertà e l’avversione per ogni totalitarismo, l’etica del lavoro e del coraggio.