È la nave scuola più bella del mondo. La è sempre stata e sempre la sarà. Porta con sé infinite storie di vita. Infiniti sentimenti. Gioia. Entusiasmo. Passione. Orgoglio. Ed anche, purtroppo, la vita di un ragazzo, molto giovane, 29 anni appena. Un militare che avrebbe potuto vivere, se solo avesse avuto un adeguato dispositivo anti-caduta, qualcosa che potesse proteggerlo, trattenerlo, mentre precipitava dal pennone a peso morto. Giù. Giù. In silenzio. Fino a schiantarsi sul ponte di coperta. Si può morire di tradizione? Ad Alessandro Nasta è successo. L’incidente mortale, avvenuto proprio nel 2012, ha messo a nudo il mancato adeguamento alle nuove norme di sicurezza sul lavoro e la farraginosità dei passaggi fatti fino a quel momento. Un dato certo, evidenziato dalla Procura, è che dopo la morte dello sfortunato nocchiere, lo Stato decise di dare un nuovo appalto, per rimettere mano a tutta la questione, e predisporre il famoso documento DVR. Furono dunque necessari due distinti incarichi. Uno prima e l’altro dopo quella giornata tremenda, diventata di fatto lo spartiacque fra due epoche. E questo dettaglio pone anche il tema dei costi complessivi sostenuti per chiudere la vicenda.
Data pubblicazione
15/02/2023