Potere marittimo della Repubblica Popolare Cinese nell'era della globalizzazione

Potere marittimo della Repubblica Popolare Cinese nell'era della globalizzazione

Cosentino Michele


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Nel novembre 2012, la relazione redatta dall'allora presidente della Repubblica Popolare Cinese, Hu Jintao, in occasione del 18° Congresso del Partito Comunista Cinese, può considerarsi un passaggio assai importante nella storia marittima del paese. Hu dichiarò che l'obiettivo di quest'ultimo era quello di diventare una «qiangguo hatyang», traducibile come una forte o grande potenza marittima. Nelle parole di Hu, si sarebbe dovuto «...rafforzare la nostra capacità di -sfruttare le risorse marine, sviluppare l'economia del mare, proteggere l'ecosistema marino, salvaguardare fermamente i diritti e gli interessi marittimi del paese e trasformare la Cina in una forte potenza marittima». Nella relazione di Hu Jintao si auspicava inoltre la creazione di uno strumento militare « ... commisurato aUa posizione internazionale della Cino», definendo in pratica due obiettivi che sarebbero stati presenti nei documenti ufficiali divulgati da Pechino dopo l'ascesa di Xi Jinping ai vertici del Partito Comunista Cinese e dell'intera leadership nazionale. Come affermato da eminenti studiosi, i termini maritime power e seapower- potere marittimo elo potenza marittima, nella duplice traduzione italiana - sono stati spesso definiti in modo non chiaro e impiegati in maniera intercambiabile. Nei tempi moderni e nel lessico occidentale, il termine «potere marittimo» riassume un concetto intrinsecamente ampio che abbraccia tutti gli usi del mare, sia civili sia militari; di conseguenza, vi può essere condivisione sul fatto che il potere marittimo rappresenti il «potere o influenza militare, politica ed economica esercitata attraverso la capacità di usare il mare». Il potere marittimo di una nazione riflette dunque non solo capacità militari intrinseche qual è il complesso delle unità navali di superficie e subacquee, ma anche una gamma di risorse militari terrestri e di sistemi spaziali gestibili da una Marina da guerra, e a cui si aggiungono risorse e capacità non meno importanti quali una Guardia costiera, le infrastrutture portuali, la Marina mercantile, l'industria ittica e quella cantieristica, il patrimonio culturale c scientifico nazionale. In sintesi, si può dire che il concetto di seapower pone maggiore enfasi sulla sua dimensione navale militare, mentre la maritime power si concentra anche sulla dimensione non militare delle capacità marittime di una nazione. Questo Supplemento si articola pertanto su come i leader della Repubblica Popolare Cinese hanno interpretato il concetto di maritime power, formulando le direttive affinché il paese assurga al rango di potenza marittima globale, e analizzando come tali direttive sono messe in pratica. Dopo una breve retrospettiva storica, che traccia il percorso secolare della Marina cinese, affronta le motivazioni che inducono le leaderJ-hip succedutesi a Pechino a reclamare lo statos di potenza marittima planetaria o globale e analizza il ruolo dello strumento aeronavale nel soddisfare quest'ambizione. Un aspetto importante riguarda la valenza di alcuni capisaldi strategici creati da Pechino nei mari prossimi al territorio nazionale c anche in quelli lontani, evidenziando una forte correlazione fra esigenze militari e il costrutto politico-economico della nota «via marittima della seta». Il Supplemento prosegue analizzando dapprima la struttura e l'organizzazione delle Forze aeronavali cinesi e successivamente realtà assai importanti quali la Guardia costiera e la Milizia marittima, la Marina mercantile e l'industria cantieristica nazionale. L'ultima parte si concentra sulle realtà dell'inevitabile confronto <
Ean / Isbn
977035698405
Pagine
132
Data pubblicazione
04/11/2021