Incontri con gli autori: Civiltà egee alla scoperta dell'Occidente di Massimo Frasca e Dario Palermo

Scritto da Il Mare
02 ottobre 2019
Mercoledì 16 Ottobre alle ore 18:30 presso i locali della Libreria Internazionale Il Mare in via del Vantaggio, 19 Roma presenteremo il nuovo volume di Edizioni di Storia e Studi Sociali
Civiltà egee alla scoperta dell'Occidente: viaggi, esplorazioni, colonizzazioni
Saranno presenti i due autori e massimi esperti dell'argomento
Massimo Frasca, docente di archeologia classica, Università di Catania e Dario Palermo, direttore della Scuola di specializzazione in Beni Archeologici, Università di Catania i quali dialogheranno con la professoressa Irene Berlingò, archeologa, già dirigente Mibact e Soprintendente della Calabria.
"Entrambi gli autori si sono formati in Sicilia pubblicando i maggiori corpora di materiali delle facies siciliane indigene contemporanee alla colonizzazione greca.
Massimo Frasca quello della necropoli di Monte Finocchito, eponima dell’età del Ferro di cultura materiale sicula; Dario Palermo quelli di Sant’Angelo Muxaro e di Polizzello, eponimi della stessa epoca, ma di cultura materiale sicana. Entrambi hanno partecipato alle missioni catanesi in Egeo, fino ad assumere la direzione di quelle che si legano maggiormente ai contenuti di questo libro: Massimo Frasca a Kyme eolica, una città chiave, ma solitamente dimenticata, nei processi formativi della colonizzazione calcidese, anche in quella Sikelia rappresentata da Monte Finocchito; Dario Palermo a Priniàs, un  centro chiave dei secoli formativi della civiltà greca, che si trova in quell’isola di Creta che ebbe le sue due uniche colonie, Gela e Agrigento, nella Sikania di Sant’Angelo Muxaro e di Polizzello.
Il contributo di Massimo Frasca si intitola Le città alle foci dell’Ermo: Cuma, Smirne, Focea e l’Occidente Il titolo del contributo di Dario Palermo è Creta e la Sicilia. Vite parallele di due grandi isole del Mediterraneo." (cit. archeologo Fabrizio Nicoletti )

Il mare Egeo è stato la culla di fiorenti civiltà, come quella minoica, la più antica civiltà urbana dell'Occidente, caratterizzata da una forte componente di estrazione anatolica che da Creta si è irradiata alle terre circostanti, contribuendo alla formazione della civiltà micenea. La proiezione sulle coste egee dell'Asia Minore di Frigi, Lidi, Persiani, eredi delle grandi civiltà anatoliche e orientali ha suscitato l'incontro-scontro con le diverse stirpi greche, Eoli, Ioni, Dori che le abitavano. In particolare, le fiorenti città di Cuma, Focea e Smirne hanno ricavato grandi vantaggi economici dalla felice ubicazione alla foce del fiume Ermo, uno dei principali fiumi dell'odierna Turchia, che consentiva l'accesso alle risorse minerarie dell'entroterra anatolico. Le tre città, oltre che dalla loro vicinanza fisica, furono legate sin dalla loro nascita da un saldo intreccio di tradizioni mitiche e di avvenimenti storici. Al centro di questo intreccio era Cuma eolica che svolse un ruolo rilevante anche nei rapporti con l'Occidente, partecipando con i Calcidesi dell'Eubea alla fondazione di Cuma in Campania, la più antica colonia greca dell'Ovest mediterraneo. Più tardi, verso la fine del VII secolo a.c., ha inizio la navigazione verso l'estremo Occidente dei Focei che intrattennero intensi rapporti con Tartesso, in Spagna, in una regione già conosciuta e abitata dai Fenici. La colonizzazione focea in Occidente si dispiegò soprattutto nel VI secolo a.c. con la fondazione dell'odierna Marsiglia sulla costa meridionale della Gallia e di Elea in Campania. Ancora nel VII secolo si colloca la fondazione della colonia rodio·cretese di Gela sulla costa meridionale della Sicilia, lungo la rotta marittima battuta già dai commercianti micenei e fenici , che dal Levante giungevano nella costa sud siciliana, possibile punto di partenza per la Sardegna e il lontano Occidente alla ricerca di materie prime. La fondazione di Gela si colloca alla fine di un lungo processo di rapporti e di scambi che ha le sue radici nei rapporti storici e mitici sottintesi nella saga che coinvolse il re cretese Minosse che, inseguendo Dedalo fuggito da Creta e accolto dal re sicano Kokalos, trovò la morte proprio nella terra del Sicani.